referendum 25 e 26 giugno

CONFEDERAZIONE
GENERALE
ITALIANA
DEL LAVORO

Il Segretario Generale




Roma, 18 maggio 2006


Oggetto: Lettera appello per il referendum
sulla riforma della Costituzione


Care/i compagne/i,

Il 25 e 26 giugno i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi sulla riforma costituzionale, approvata dalla maggioranza di centrodestra del precedente parlamento.

Il referendum, previsto dalla Costituzione, consegna al popolo sovrano la possibilità di confermare o meno la riforma di importanti articoli della nostra Carta.

Il centrodestra approvò la riforma a sola maggioranza. Il referendum rappresenta quindi l’occasione per dire un NO forte e convinto a quella riforma, a quell’idea di devolution, a quell’idea di divisione fra poteri che fuoriesce dai principi fissati dalla Costituzione, frutto della lotta di Resistenza e segno della riconquistata libertà dell’Italia.

La Costituzione rappresenta l’identità collettiva di un popolo e deve quindi scaturire da una condivisione ampia. Il centrodestra, invece, ha scelto di modificare da solo e in profondità la nostra Carta, stravolgendone i principi ispiratori. I cambiamenti introdotti minacciano l’universalità di diritti fondamentali con la devoluzione, accentuano le differenziazioni fra zone ricche e povere del paese, attaccano la coesione e l’unità nazionale, riducono le garanzie costituzionali, incidono pesantemente sui principi e valori fondamentali della Carta, smantellando di fatto i fondamenti della Costituzione repubblicana.

60 anni fa il paese con l’Assemblea costituente mise il primo mattone della nostra Costituzione. A tanti anni di distanza essa è più moderna che mai.

La sua prima parte mantiene inalterato il suo valore, soprattutto in quell’articolo 1 a noi tanto caro, perché richiama il contributo fondamentale che i lavoratori hanno dato alla riconquista della libertà e alla liberazione dalla dittatura nazifascista. Alcune altre parti possono essere riformate e corrette: più poteri alle regioni, ma con la cooperazione, non con la divisione; nuovo impulso al federalismo fiscale, non dimenticando mai quelle parti del paese che hanno meno reddito. Ritocchi alle prerogative e ai poteri del Capo del Governo, ma senza ridurre i poteri di garanzia del Presidente della Repubblica, il ruolo e la centralità del Parlamento. Non colpire l’autonomia, la funzione della Magistratura, la libertà e l’indipendenza dei magistrati, perché l’equilibrio dei poteri è la garanzia di ogni democrazia e di ogni libertà.

C’è bisogno in questi ambiti di una manutenzione riformatrice, che deve essere fatta dall’insieme delle forze politiche e sociali, per porre fine ad una troppo lunga transizione istituzionale.

Dire NO al referendum rappresenta una scelta di unità, per gli interessi superiori del paese, per la tutela dei diritti, per l’estensione delle tutele, garanzie di uno stato moderno, inclusivo e che fa della coesione sociale un motore per la crescita e lo sviluppo.

La Cgil, da sempre, è impegnata nel sostenere la partecipazione del voto popolare, segno di un diritto inalienabile e riconoscimento per le battaglie che hanno teso alla conquista di questo diritto.

Il referendum, a cui i cittadini, i lavoratori, i pensionati, i giovani, le donne saranno chiamati il 25 e 26 giugno sulla riforma costituzionale deve vedere una larghissima partecipazione e un netto risultato, necessari a cancellare il testo approvato nella passata legislatura.

Per questo la Cgil è impegnata fortemente, con le proprie strutture, i propri militanti ad un impegno straordinario, insieme al Comitato unitario per la difesa della Costituzione, presieduto dal Presidente Scalfaro, insieme a Cisl e Uil, perché possa consolidarsi il cambiamento che il paese merita.

Il 25 e 26 giugno, votate NO al referendum.

Per un’Italia più unita, più solidale, più coesa e più moderna.


Guglielmo Epifani



Corso d’Italia, 25 – 00198 Roma Affiliata alla Confederazione
Telefono 06/84761 – Fax 06/8845683 Europea dei Sindacati (CES)
www.cgil.it e alla Confederazione Internazionale
e-mail info@cgil.it dei Sindacati Liberi (ICFTU)

2 Commenti:

Blogger federalistaconvinto ha detto...

Vi ricordo che il 25 26 giugno abbiamo la possibilità votando si di cambiare la storia del nostro paese, sarà il primo passo verso il federalismo .
la scelta di approvare la riforma attraverso il referendum popolare è la più democratica possibile
perché saremo noi a decidere, per questo è giusto sacrosanto importante fare informazione e chiarezza abbandonando le ideologie (destra o sinistra).
Per questo vi invito a leggere un riassunto su questa riforma.


Altre informazioni le trovate a questo sito : http://digilander.libero.it/FEDERALISTACONVINTO/index.htm
http://blog.libero.it/FEDERALISTACONVI/
Referendum devoluzione
25-26 giugno
IL DECALOGO DELLA RIFORMA
COSTITUZIONALE
I Viene ridotto il numero dei parlamentari: da 950 a 773, con significativo
risparmio per le finanze pubbliche.
II Saranno i cittadini, e non più i palazzi della politica, a scegliere maggioranza
parlamentare, coalizione di governo e primo Ministro: è il premierato.
III Non più due Camere identiche, l'una doppione dell'altra. Ora il Senato sarà
federale ed avrà una sua funzione specifica: rappresentare le esigenze delle
Regioni. La Camera si occuperà di quelle dello Stato.
IV Semplificato il procedimento legislativo. Non più lunghi e ripetuti passaggi di
testi fra le due Camere, ma ciascuna Camera approverà le leggi nelle materie di
propria competenza. Il risultato sarà la riduzione dei tempi e dei costi per le casse
pubbliche.
V La legge dovrà stabilire limiti al cumulo delle indennità parlamentari con altre
entrate.
VI I regolamenti parlamentari dovranno tutelare i diritti delle opposizioni: ora
questo non è previsto.
VII L’ordinamento evolve in senso federale, come sta avvenendo in molti Stati
moderni: viene riequilibrato il riparto delle competenze tra Stato e Regioni per
garantire migliori servizi ai cittadini, senza compromettere l’unità del Paese. Alle
Regioni vengono devolute particolari funzioni in materia di istruzione, sanità e
polizia locale. Tutte avranno le stesse opportunità, senza penalizzazioni per
alcune aree rispetto ad altre e senza la differenziazione tra le Regioni, prevista
dalla riforma del 2001. Si avrà quindi un federalismo equo, solidale ed equilibrato.
VIII Tutte le leggi regionali dovranno rispettare il criterio dell'interesse
nazionale, non più previsto a seguito della riforma del 2001.
IX Sulle modifiche alla Costituzione sarà sempre possibile chiamare i cittadini
ad esprimersi, mentre ora ciò non avviene se tali modifiche sono state approvate
dalle Camere con la maggioranza dei due terzi.
X Aumentano le garanzie per i comuni e le province, gli enti più vicini ai
cittadini: potranno ricorrere alla Corte costituzionale in caso di lesione delle
proprie competenze.

FONTE:
http://www.governo.it/Riforme_Istituzionali/riforma_parte2.html
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=14&id=119886

5/22/2006 11:48 PM  
Blogger Stefania ha detto...

CONTRODECALOGO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE
http://www.referendumcostituzionale.org/votano.asp

http://www.cittadinanzattiva.it/content/view/379/271/

6/01/2006 1:38 PM  

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