Il mio Manifesto.
Titolo: Il mio Manifesto.
Sottotitolo: ecco i motivi per i quali il mio voto andra' a sinistra.
Cari amici bloggers,
dopo qualche giorno di assenza torno a scrivere su queste pagine con l'intenzione di trattare un argomento fin troppo sentito ultimamente: le elezioni.
Mi rendo perfettamente conto che l'argomento e' ostico, difficile da trattare, che puo' portare a schierarsi in un modo o nell'altro con una certa esasperazione quasi (mmm.. a volte senza "quasi").
Ma ho voglia di provarci, ecco.
Faccio la doverosa premessa che le mie idee politiche (per chi mi segue da tempo) sono molto chiare, ma provero' in tutti i modi ad essere abbastanza "obiettiva". (impresa forse impossibile, la politica trattata in un certo modo e' sempre, per forza di cose, "soggettiva").
Questa voglia di scrivere e' partita quando, tornando a casa una sera di queste, trovo un manifesto elettorale del nostro Presidente del Consiglio. Sfondo azzurro, bandiera di Forza Italia da un lato, sorriso smagliante del Premier dall'altro. Le parole del manifesto suonavano piu' o meno cosi':
"La sinistra dice che tutto va male. Lasciatela perdere." (un doppiosenso stile finissimo gioco di parole, non trovate?)
Ora: o la squadra di menti eccelse di marketing del Premier ha perso completamente il senso della ragione, o quest'uomo ha una paura fottuta di perdere (e la ha, questa paura).
Un simile manifesto elettorale credo si sia visto forse in qualche remoto paese sudafricano, forse.
Preciso immediatamente che non ho nulla contro un paese che puo' essere definito "povero", anzi, forse a noi tutti un giro nelle parti dove davvero non sanno che significa "mettere il piatto a tavola" potrebbe farci solo bene.
La mia intenzione era di spiegare che se il livello del manifesto elettorale e' di tale fattura possiamo leggerci dentro l'arretratezza culturale nella quale e' sprofondato il nostro Paese.
Ma e' meglio non divagare, torniamo al punto sul discorso politico.
Il Premier e' in delirio, quindi?
Non lo so, e con tutta sincerita' non ho la minima intenzione di saperlo. Non mi sveglio la mattina cercando di scoprire cosa combinera' oggi il Signor Berlusconi. Nel mio piccolo cerco semplicemente di risolvere i miei problemi (come tutti), e di camminare lungo le strade del mondo e della vita cercando di non pestare mai i piedi a nessuno.
(E guai a chi li pesta a me, se sto attenta a camminare pretendo dagli altri uguale attenzione.)
Votare, di sicuro, e' un dovere civico.
Ricordo con tenerezza i tempi della scuola dove studiavo "Educazione Civica". Mmm... erano i tempi delle medie, grossomodo, io sono nata nel 1979, fate voi il conto. (Ma oggi, i ragazzini, la studiano sempre questa materia alle medie? O sono troppo impegnati a studiare da manager tutti quanti?).
A volte domando, col tono delle chiacchiere da bar: "Allora, Gigi, a chi dai il tuo voto??"
La risposta o e' secca tipo "per Tizio" - "per Caio", oppure e' "mah, e' tutta 'na pastetta", oppure "non ci vado proprio a votare!".
Dei tre atteggiamenti, in tutta onesta', vi confesso che preferisco il primo.
Fermo restando che essere troppo chiusi nelle proprie convinzioni e' un male per la crescita umana di qualsiasi individuo, trovo che questi ultimi siano quanto meno convinti di una idea.
Gli altri sono quelli che i sondaggi chiamano, nel primo caso "i pagnottisti" (Berlusconi aumenta le pensioni? vabbuo' va, mo' voto a lui!), nel secondo caso questi sono i famosi "INDECISI".
(I sondaggisti vanno matti, per questi indecisi, li spostano di qua e di la' come vogliono, a proprio piacimento. Dipende un po' dal telegiornale su cui vanno in onda, in bella mostra, con grafici a torta e di altra specie, come una vecchia dama nel suo abito migliore).
Ne ho trovati tanti di indecisi, ultimamente. Ed e' forse a loro che si rivolge questo mio piccolo "post-pensiero".
Il mio messaggio? Non fatevi fregare.
Personalmente non riuscirei a sopportare altri cinque anni di governo Berlusconi, le cose che ho letto sul suo conto (cercando di analizzarle con la massima obiettivita' possibile) non mi vanno proprio giu'.
Un esempio? Il fatto che abbia concesso alla Mediolanum l'utilizzo degli sportelli delle Poste Italiane in una gara senza asta.
Ancora? L'obbrobbrio della legge Gasparri. Poverino, Gasparri. Lo imitava bene Neri Marcore' quando gli faceva fare la parte del tipo "emm... la legge... si... l'ho letta... si... il digitale terrestre e'..." ecc. ecc.
Il digitale terrestre e' vecchio, stravecchio, superato.
"Ma il segnale e' nitidissimo! Io sono soddisfatto!" puo' dire qualcuno. Posso rispondere due cose: la prima, io odio la televisione, preferisco stare la sera in salotto a parlare con la mia famiglia, la seconda che la tanto sbandierata Tv on Demand (Sky, Mediaset, Rai blablabla) puo' funzionare solo se appoggiata alla rete Internet, accessibile a tutti, senza canoni. Ma quali canoni! Si parla tanto di Telecom che ha rotto le balle col canone, perche' voi sopportate questi qui di Sky et similia?
Ma sto divagando. Cerchiamo di tornare al punto.
Dice bene Giovanni Floris in "Monopoli" (l'avete letto? Ve lo consiglio). Questi famigerati liberisti vogliono fare la "Casa delle Liberta'" con i soldi altrui. A dirla come Beppe Grillo: i capitalisti senza capitali.
Non e' un controsenso tremendo?
E allora ecco che mi e' chiaro il ruolo di questo governo, fino in fondo.
Se il mercato deve essere "liberista", o "liberale", di cosa avete paura? Mettetevi in discussione, no?
No. Gare senza asta per il discorso Mediolanum (su cui pesa anche il discorso TFR, non dimentichiamolo), societa' per il digitale terrestre controllate dal fratello Paolo... Ma insomma: non si rende davvero conto (il Premier) che e' sotto gli occhi di tutti che si rasenta un poco l'eccesso? Libero mercato! Libera concorrenza! Lo desidero anche io, ma che sia davvero!
(Come quando si gioca a calcio tra amici in un rione, e con onesta' si dice: vinca il migliore!)
((E non fatemi entrare nel dettaglio, lo so che per vincere c'e' chi bara, ma poi che gusto c'e' a gioirne?))
Lo ammetto: Prodi non mi e' simpatico. No, non molto, forse per niente. Ma che importanza ha?
Cosi' come a me non interessa sapere cosa indossa oggi Berlusconi, non mi interessa nemmeno sapere che tipo di cravatta scegliera' Romano Prodi. La politica, come tutte le cose, va al di la' delle apparenze (o almeno dovrebbe essere cosi').
E io votero' a sinistra proprio perche' non riesco a sopportare ulteriormente gli sfaceli della destra (di questa destra).
Il classico voto che rappresenta un segnale di cambiamento.
Del resto, le passate regionali, da questo punto di vista, sono un esempio emblematico, no?
Ma l'imbonitore delle folle e' bravo, molto bravo, a tranquillizzare gli individui.
Come un moderno suonatore di flauto fa uscire noi serpenti dal cestello di vimini delle nostre paure e ci imbambola.
Svegliamoci.
Non e' la sinistra a dire che le cose vanno male.
E' la gran parte delle famiglie italiane a dirlo, perche' non ce la fa piu' a tirare la cinghia per portare avanti la famiglia a fine mese.
"Nun ce l'ho co' te.
Ce l'ho co' quello a fianco a te
che nun te butta de sotto"
Ettore Petrolini, dal palco, a chi lo fischiava in galleria.
(da "Monopoli" di G.Floris)
Mi hanno insegnato stai riparato che non sbagli mai,
basta un minuto, quello sbagliato, per mettersi nei guai.
Sono cresciuto, non l'ho ancora imparato e una ragione c'e':
penso che questo mondo, riguardi anche me.
Non sono nato per stare bendato e dire soltanto si',
non posso star fermo, buono in eterno, con quello che succede qui.
Odio il silenzio, tacito assenso, a non cambiare mai
perche' quello che penso, lo dico sempre sai.
E allora, manifesto. Io tiro fuori, la rabbia che ho dentro.
Manifesto, perche' stare zitto? Adesso non riesco.
Manifesto, perche' l'ho promesso, ormai da un pezzo,
a me stesso.
Manifesto quello che sento adesso dentro me
manifesto fino a che non c'e' pace per tutti, anche per me.
Viene il momento di mettere il punto e dire la verita'
di andare a capo e fare il riassunto di quello che non va.
Io no, non ho mai, paura a farlo sai.
Alza il volume della tua voce, della tua liberta',
fare rumore e' un atto d'amore nel silenzio che c'e' qua,
non voglio stare in un mondo, in un mondo che anche tu lo sai
c'e' chi si prende tutto, e non paga mai...
Raf. Manifesto. (dall'album Manifesto, 1995).

4 Commenti:
Concordo praticamente in toto con quello che dici. Provengo da una famiglia operaia e di sinistra ma per un lungo periodo delusione ed amarezza mi hanno fatto scegliere il non voto. Questa volta non sarà cosi'. Vorrei però fare riflettere adoperando le parole di un mio coetaneo del quale condivido parola per parola : "in caso di vittoria elettorale, riuscirà mai la sinistra di governo a fare davvero qualcosa di sinistra ? Questo è il fondamentale dubbio che attraversa parecchi elettori di sinistra ancora tentati dall'astensionismo : il mio voto sarà al servizio di una vera differenza, di un cambiamento, o affogherà nella pozzanghera dei veti incrociati tra le cinquanta anime del centrosinistra ?" Michele Serra - Repubblica del 28.1.06
Ciao
Roberto
Ben detto. Però... purtroppo la gente (cioè gli elettori) è molto meno critica e obiettiva di quanto tu possa credere o sperare. Negli anni '70 gli operai scendevano in piazza chiedendo più cultura e formazione. Oggi fanno cortei se "muore" un personaggio della loro soap preferita o e discutono solo di calcio e del "Grande Fratello".
Se così non fosse, sarebbe bastata una riga dei libri di Tramaglio o dell'ultimo libro di Enzo Biagi, una frase di "Viva Zapatero" o un estratto di una sentenza di condanna per far scoppiare la rivoluzione e cancellare certa gente per sempre (politicamente parlando, s'intende...).
Invece sono sempre lì, al sicuro, arroganti, a ridere e rubare. Ridono di persone come me e te.
Michele Serra è un grande, che "vede" molto più in là di altri. Comunque non bisogna mai mortificare le nostre speranze. L'astensionismo è una resa.
@roberto: Sai, credo che il discorso su questo tipo di sinistra stia ormai per tramontare. Tocca a noi cittadini farci sentire. Forse la politica ha bisogno di ascoltare un pò più la gente, e qualcosa mi dice che ci faremo sentire.
@topozozo: Si, molto probabilmente ridono. E a noi che importa? "Non ti curar di loro" diceva qualcuno ;-)
@gipsyqueen: Era uno dei punti cruciali del mio discorso (sempre dritta al punto tu, eh?). Ciao gipsy.
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