Harold Pinter
La mia solita mania di navigare.
Stasera attraverso Technorati vengo a conoscenza del fatto che Harold Pinter, durante la cerimonia per il ritiro del Premio Nobel, ha tenuto un discorso molto forte contro Bush e Blair.
A prescindere dal fatto che non mi e' sembrato di sentirne notizia in giro, riporto il link del discorso integrale e, per chi ha poco tempo, un link di un blogger che ha tradotto la parte essenziale del discorso.
Alcune considerazioni:
- ormai i mezzi di informazione tradizionale non suscitano in me piu' alcun interesse.
- perche' Repubblica.it e Corriere.it non ne fanno menzione?
- mi spaventano un po' questi mega siti che raccolgono milioni di blog. Insomma, basta un link su un tema delicato e si scatenano discussioni infinite e accesissime.
- che senso ha che io sia a conoscenza di questa cosa, quando non ne posso parlare con un vicino di casa perche' non gli interessa, non ha tempo (non ho tempo), non ci parliamo se non in ascensore per un saluto di cortesia, abbiamo litigato all'ultima assemblea di condominio?
Avverto, paradossalmente, un vuoto profondo.

4 Commenti:
Ciao, mi ricollego all'ultima domanda che (ti) facevi. Anche a me succede di pensare di non avere gli interlocutori giusti per poter parlare di certi argomenti (specialmente se delicati e particolarmente sentiti). Mi succede così spesso che periodicamente mi riprometto di rimanere il più possibile in SILENZIO (sia parlato che scritto). In realtà, poi mi rendo conto che non tutto ciò che dico o scrivo va perso o è inutile. A volte, inaspettatamente, mi accorgo che è nato qualcosa da ciò che avevo (magari controvoglia) seminato. Più vicino di quanto pensassi. E allora me ne rallegro e mi dico che in fondo ho fatto bene a non rimanere zitto e muto.
P.S. grazie della segnalazione, se non fosse stato per te non avrei saputo delle dichiarazioni di Harold Pinter! :)
Il silenzio che dici mi e' piu' facile decidere di viverlo nella mia vita di tutti i giorni che qui sul blog. Scrivere qualcosa che credo valga la pena condividere non mi costa alcuna fatica, anzi, sapere che una pagina web sta li', e chi vuole leggerci dentro qualcosa di buono puo' farlo, e' l'unico motivo per il quale continuo a tenere un blog personale (dove di personale c'e' poco).
Ho scritto "decidere di viverlo" perche' e' proprio una scelta che si fa, quella del silenzio. Molte volte potresti dire qualcosa ma non e' il luogo, non e' il momento, l'interlocutore non e' adatto perche' non e' interessato. E allora conservi dentro l'emozione di quelle parole che volevi condividere.
E' un tema all'apparenza facile ma in realta' molto delicato, non trovi? :)
Grazie per il commento e fatti risentire, se ti va!
trovo che nella vita quotidiana la comunicazione su argomenti significativi si fa sempre più difficile.
Ovunque vado, trovo persone che non fanno altro che esibire i propri successi o lamentarsi dei propri mali.
Parlo in termini strettamente lavorativi (ovvero cio' che piu' ci impegna nel quotidiano):
tra chi esibisce un successo e chi si lamenta, io preferisco chi lavora (categoria in genere estranea alle due citate).
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