il duecentesimo post
Salve a tutti.
Sono il duecentesimo post di questo blog.
Scusate se mi permetto di rubare la voce all'autrice di questi post, ma lo faccio in nome di un po' di sciocca autocelebrazione e anche perche' io, da post, mi sono sempre chiesto a cosa cavolo serva un blog.
Cioe', chiariamoci, l'utilita' e' molteplice. Con un blog ognuno diventa cronista del tempo e del luogo in cui vive. Sani dibattiti, scambio di opionioni politiche, culturali, sociali. Tutto questo e' un bene. Ma e' anche vero che non ci si puo' trincerare dietro questo pseudo-impegno, no? Suvvia, siete davvero tutto cio' che professate attraverso noi post? Dite di si? Nella vita di tutti i giorni proprio? Sara'. Io ho qualche dubbio.
Oggi mi sono imbattuto in alcune pagine di un blog dove si parla di un tipo che, con la bicicletta, sta facendo il giro del mediterraneo. Lodevole iniziativa, nevvero? Alzino la mano i curiosi. (Ah, ecco perche' fanno i reality, ok ok, capito.). Ancora. Una di queste sere sento in radio che una delle nuove frontiere di noi "nuovi strumenti di comunicazione" riguarda i cronisti "non-giornalisti-semplici-cittadini" inviati di guerra. E ho sentito anche qualche applauso di qualcuno soddisfatto per codesto uso del blog. Mah, non vi capisco, ma se siete contenti voi.
Io vado, non posso rubare spazio, del resto sono un fuggitivo.
Comunque attenti eh, non fatevi fregare.
Saluti.
Un post.

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