aerei e aeroporti - parte 1
L'ennesimo sciopero di quattro ore dei controllori di volo Alitalia mi fa venire in mente una cifra di cose che capitano negli aeroporti, sugli aerei.
Ero di ritorno da Milano. Il volo Alitalia verso Napoli era composto per lo piu' da napoletani che, come me, stavano rientrando nella loro citta'. Ricordo che sull'aereo precedente, per una banale disattenzione, mi rovesciai adosso un po' del succo d'arancia che servono a bordo. "Pork!" pensai, e non avendo con me il bagaglio in quel momento (e non l'avrei recuperato fino all'arrivo a Napoli) decisi che a Milano mi sarei fermata ad acquistare una qualsiasi t-shirt. (non avete un'idea di quanto sia acida la puzza di quella roba che ci servono sugli aerei, se ve la rovesciate sulla camicia!). Il negozio piu' abbordabile (in termini di prezzi, of course) era uno di quei simpaticissimi negozi sportivi tipo footlocker (avete presente) e la t-shirt che acquistai era della SS Lazio (all'epoca simpatizzavo molto per quella squadra che aveva la maglia azzurra come quella del Napoli). Beh, dicevo, sono li' sulla tratta Milano-Napoli, soddisfatta perche' mi ero cambiata, che noto che sull'aereo c'e' un po' di confusione. Beh, siamo pure simpatici noi napoletani, ma facciamo un casino! (e io buona e zitta al mio posto con l'immancabile libro).
Chi si va a sedere al posto accanto al mio? Il classico "commendatore" milanese, che, al telefonino con la moglie (presumo!) prima della partenza diceva cose assurde. In primo luogo era di una arroganza unica solo nel modo di guardarsi attorno (di quelli tipo: "beh, ora che hai incrociato il mio sguardo che aspetti a inchinarti?") ma le sue chicche sono state:
"se non fosse che ci sono io su quest'aereo, potrebbe pure cadere, pieno com'e' di napoletani!"
"che ora che arrivo all'albergo si mettono in riga.. si si, poi alla fine imparano a comportarsi quando capiscono con chi hanno a che fare".
Lo confesso. In quel preciso istante avrei potuto mollargli un cazzotto che Dio solo sa quanto gliel'avrei tirato potente. Invece lo guardai, mi rigirai dal mio lato e iniziai a guardare fuori dal finestrino, arrabbiata e disgustata.
A pensarci ora mi vien da ridere che solo io ascoltai quella conversazione, visto che c'era effettivamente un notevole vociare. Voglio dire, eravamo tutti napoletani li' dentro, forse qualche cosa sarebbe successa.
E io che mi ero cambiata la camicia. Poteva beccarsi anche lui la puzza acida di succo d'arancia rovesciato.
Si, so cosa state pensando.
Avrei potuto "sbadatamente" fargli cadere il suo bicchiere addosso con un "uuuh!! mi scusi!!!!", ma purtroppo (o per fortuna) non sono in grado di fare una cosa simile.
Spero che nel frattempo sia fallito.

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