nei jazz-club è vietato parlare

Serata tra amici:
"e così hai messo su un sito internet!"
"si, non sono affatto una esperta ma ci sto dedicando parecchio impegno!"
"e sentiamo, sentiamo, di che si tratta?"
"un sito internet interamente dedicato al jazz!"
"il jazz???? cavoli..."
"ti piace?"
"no, non proprio!! una volta entrammo in un jazz-club e c'era una specie di cartello dove si invitava il pubblico a non parlare! uff che palle.."


Ok, questo è l'antefatto.
Devo dire la verita'? Non mi ci sono proprio messa a parlare, a spiegare, a fare, a dire. Mi sembrava "inutile". Sono una che canalizza al massimo le energie, cercando di evitare di sprecarne di inutili. (vabbe' a me non piace lo spreco in generale, diciamo!).
Però una cosetta sul blog sentivo di poterla scrivere.
Ma si, in fondo non è nient'altro che una paginetta sul web, chi vuole leggere legge, chi non vuole cambia link... sono parole messe lì da una parte, pensieri e opinioni. Poi sta in chi legge capire, afferrarne il senso, confrontarsi con esse!

Nei jazz-club non è che "non si può parlare". Ehi, mica c'è l'educatrice tedesca con tanto di frustino in mano dietro la tua schiena che non aspetta altro che una tua parola per punirti!
E' fortemente preferibile non disturbare i musicisti, e l'ambiente tutto.
E' ben diverso!
Il jazz è una forma musicale che a volte mi piace definire "meditativa", e personalmente ne apprezzo l'ascolto specialmente quando sono sola!
Il che significa che intorno a me ho estrema pace, estrema quiete.
Riprodurre una condizione simile in un jazz-club è un po' difficile, e' vero, ci sono tante altre persone insieme a te in quel momento. Ma se tutti si e' in silenzio, e ci si concentra solo esclusivamente con il cuore sulla musica... beh e' tutto un'altro discorso!
Gia' perche' le emozioni sono diverse. Ascoltare Jarrett con le cuffie nella propria stanza e' un conto, assistere a una jam session un altro. Ma sono sempre e comunque due cose differenti che nel loro modo di essere vissute regalano profonde emozioni.

Tutto qui.

Poi, è chiaro, se non ti piace il jazz... beh c'e' poco da fare!
In quel caso non entra il gioco "mi piace-non mi piace questa musica".
In quel caso entra in gioco un'altra cosa: il rispetto.
Rispetto verso chi suona, rispetto verso chi ascolta.

Poi magari, se proprio non e' il tuo genere, la prossima volta che dicono "si va in un jazz club" rispondi "no grazie, vado al cinema!"

Semplice no? :-)

2 Commenti:

Blogger . ha detto...

Già nei jazzclub è vietato parlare. Ma non è una questione di divieti. E' una questione di educazione. Perché si è in compagnia di persone che - ohibò! - sono lì per ascoltare (ma dai!), e si hanno di fronte delle persone che stanno suonando, ovvero non solo stanno lavorando (e basterebbe), no, loro stanno pure esprimendo se stessi, la loro arte, stanno comunicando sensazioni, stanno facendo divertire. Ma in Italia (e sottolineo Italia) non c'è questo tipo di cultura ed educazione e allora si parla, come se i musicisti fossero una sorta di strani soprammobili. Che tristezza.
Ne avevo parlato anch'io sul mio blog perché oramai non mi incazzo pure più quando vado nei club...

Ciao Ste'. Il tuo blog mi piace proprio.
Francesco - jazzer.it

2/12/2005 4:45 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Se e' per questo ci sono persone che parlano anche quando vanno al cinema purtroppo.
E' tutta questione di educazione ed in generale da queste parti per le arti in generale non esiste grande rispetto. Questa e' la civilta' del rumore, si ha paura del silenzio e del rumore dei propri pensieri
Ciao Stefania
Un saluto
Quoyle - Roundaboutmidnight

2/14/2005 12:51 PM  

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